L’idea dei laboratori intermediali nasce nel 2013 grazie ad un progetto di ricerca presso il biennio specialistico di Terapeutica dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera. Sono proposte laboratoriali indirizzate a contesti educativi che hanno una caratteristica eterogenea e trasversale. Nascendo come attività di natura artistica partono da tematiche legate al mondo della creatività e incontrano i diversi ambiti dell’offerta formativa.
Il loro obiettivo principale è quello di aiutare le studentesse e gli studenti a riflettere sull’utilizzo dei nuovi strumenti multimediali e stimolarne un approccio critico e consapevole. Per le nuove generazioni risulta estremamente necessario affrontare la questione dell’utilizzo consapevole dei nuovi media in ambito educativo e didattico dunque l’idea è quella di coniugare dimensione virtuale e dimensione reale attraverso gli strumenti artistici stimolando e sviluppando canali emozionali e competenze informatiche.
Il confine tra reale e virtuale è oggi un elemento di ricerca per psicologi, sociologi e pedagogisti. Nel mio lavoro constato ogni giorno che progettare e creare alternando e coniugando strumenti tradizionali e digitali consenta ai ragazzi e alle ragazze di attraversare un confine, che ha un forte valore simbolico. E’ evidente che la realtà e il cyberspazio generano esperienze d’azione differenti. Entrambe ci offrono la possibilità di sperimentare sensazioni legate al nostro corpo ed alla nostra mente, si presentano a noi oggi come due dimensioni profondamente interconnesse, ma una non sostituisce mai definitivamente l’altra. Agire intermedia fra più media di differente natura, creare attraverso materia e virtuale e materia/virtuale, nel riconoscimento del corpo fuori e dentro la dimensione digitale, è l’obiettivo dei laboratori creativi intermediali.
La genesi di un legame fra più dimensioni dell’ it-self , come definisce Sherry Turkly la connessione costante del nuovo io, viene definito dalla possibilità di entrare/uscire che caratterizza l’atto creativo. Questo metodo laboratoriale nasce dunque dall’idea di sperimentare con la propria creatività all’interno del cyberspazio (attraverso strumenti multimediali) e nella realtà (con materia e corpo) alternando i due momenti creativi e mantenendo il focus costante su un progetto di base: un’opera condivisa. Oggi, una moltitudine di software, le piattaforme di game multiplayer, e un vasto numero di oggetti tecnologici di uso quotidiano, ci permettono di sperimentare liberamente con la nostra creatività utilizzando video, fotografie, grafica 2D e 3D, creando opere digitali. L’utilizzo creativo dei nuovi media si presenta dunque come un ottimo modo di sfruttare positivamente il potenziale delle tecnologie che ci circondano.