Intermedialab intervista Elisa Canducci, artista italiana berlinese di adozione. La sua personale dal titolo “Spielst du mit?”sarà a Berlino il 14 Febbraio.
IML: Il tuo percorso artistico comprende diversi linguaggi, qual è a tuo avviso il potenziale di un’arte che si muove fra più media?
Divisumma Mon Amour – serigrafia su carta, 50 cm X 50 cm
E.C: L’arte che tende continuamente a muoversi dai suoi schemi, a sconfinare in altre discipline come ad esempio il design, l’architettura, o la musica, riesce a sfuggire ad ogni classificazione. E’ difficile limitarne i confini.
Con la mia ricerca artistica sono portata ad indagare proprio quegli spazi in cui i confini sfumano e si confondono, a seguire quei percorsi imprevedibili dove l’arte può manifestarsi.
Mypainting – Installazione interattiva https://vimeo.com/57176623

IML: Nelle tue serigrafie prendono forma mondi fluidi, onirici. Osservandoli sembra di immergersi in una sorta di iperspazio. Quanto il paesaggio virtuale fa parte del tuo immaginario?
senza titolo 2004 – acrilico, spray e serigrafia su tela, 30 cm X 30 cm
E.C: Il mio immaginario si compone dei più disparati elementi: dal design dei primi apparecchi elettronici e dalle immagini a bassa risoluzione dei primi computer, dal fumetto, dall’estetica giapponese, dalla grafica antica, dalle illustrazioni per l’infanzia…e molto altro ancora. In realtà da tutto ciò che mi incuriosisce ed interessa.
Il paesaggio virtuale per me é il luogo in cui tutto questo può convivere senza seguire le normale regole della fisica e la mimesi del reale. Gli elementi galleggiano sulla superficie, tendono ad avvicinarsi ai bordi ad “uscire” dalla rappresentazione, a cercare equilibri instabili e creare universi surreali.
Kirschbaum 2004 – acrilico, spray e serigrafia su tela, 110 cm X 90 cm


senza titolo (solaris 2) 2004 – acrilico, spray e serigrafia su tela, 20 cm X 20 cm

Make easier applications 2005 – acrilico e serigrafia su tela, 90 cm X 90 cm X 4,5 cm (particolare)
La mia ricerca pittorica parte dall’utilizzo d’immagini già esistenti, presi dalla cultura popolare, riprodotti, modificati, assemblati, cancellati, sovrapposti, nell’intento di creare nuove costellazioni di senso, come rebus incomprensibili.
Il risultato è un assemblaggio di elementi che si sostengono su di un equilibrio apparentemente instabile. Le immagini si dispongono infatti soprattutto ai confini, sul limite delle tele, sui bordi, nel tentativo di uscire dalla convenzionalità dello spazio del quadro.
La mia è un’operazione sull’immagine e sul suo significato, in cui anche la cancellatura, l’errore e lo scarabocchio assumono l’importanza del segno.
Per lo più utilizzo piccole immagini, in apparenza sparse a caso sulla tela, lasciando ampi spazi “vuoti”.
Il vuoto, il bianco della tela è da intendersi qui più nell’accezione zen, come l’essenziale, il non destinato a sparire, ciò che resta dopo che è stato tolto tutto ciò che può essere tolto. Un vuoto che in realtà è costellato di segni quasi impercettibili, visibili solo grazie ad uno sguardo attento e ravvicinato.Questa ricerca sul vuoto può essere paragonata all’assenza di funzionalità degli oggetti da me creati, incroci tra oggetti di design e oggetti ludici, in cui l’elettronica si mescola all’arte e l’arte al design del prodotto.
Cerco con questi lavori di esplorare le potenzialità dell’interazione tra fruitore ed opera.
La mia è un’operazione sull’immagine e sul suo significato, in cui anche la cancellatura, l’errore e lo scarabocchio assumono l’importanza del segno.
Per lo più utilizzo piccole immagini, in apparenza sparse a caso sulla tela, lasciando ampi spazi “vuoti”.
Il vuoto, il bianco della tela è da intendersi qui più nell’accezione zen, come l’essenziale, il non destinato a sparire, ciò che resta dopo che è stato tolto tutto ciò che può essere tolto. Un vuoto che in realtà è costellato di segni quasi impercettibili, visibili solo grazie ad uno sguardo attento e ravvicinato.Questa ricerca sul vuoto può essere paragonata all’assenza di funzionalità degli oggetti da me creati, incroci tra oggetti di design e oggetti ludici, in cui l’elettronica si mescola all’arte e l’arte al design del prodotto.
Cerco con questi lavori di esplorare le potenzialità dell’interazione tra fruitore ed opera.
senza titolo (solaris 1) 2004 – acrilico, spray e serigrafia su tela, 20 cm X 20 cm
IML: Come è stato lavorare con un software aperto come arduino?
ArduinoSketches
E.C: I componenti ed i circuiti elettronici mi hanno sempre affascinato esteticamente, ma prima di scoprire Arduino, la mia esperienza in campo elettronico/elettrotecnico si é sempre limitata all’osservazione e mai alla sperimentazione.
Con la realizzazione delle illustrazioni per il libro “Getting started with Arduino” (edizioni O’Reilly Media/Make) e la partecipazione ad alcuni workshop, ho imparato in piccola parte l’uso di questo di questo oggetto, che in realtà ha un’infinitá di utilizzi.
Arduino é un microcontrollore creato proprio per artisti, designer e creativi ed é relativamente facile da usare. In più, essendo un software open source, ci sono sempre più persone che lo utilizzano per i loro progetti e che rilasciano informazioni ed un’ampia documentazione a riguardo.
Grazie a questo microcontrollore e l’aiuto di Massimo Banzi ho potuto creare alcune delle mie opere interattive.
Colorplay – Installazione interattiva https://vimeo.com/57175978
IML: Nell’esposizione di alcune tue opere interattive come MYPAINTING o COLORPLAYER quanto è contato per te il reale coinvolgimento delle persone?
E.C: Queste opere sono nate proprio con l’idea di essere usate e toccate dallo spettatore e non semplicemente guardate. La fruizione diventa automaticamente interazione, ossia, senza la partecipazione delle persone l’opera é un semplice oggetto inanimato. Lo spettatore diventa il creatore dell’opera. Ad esempio in Mypainting volevo che ognuno fosse in grado di creare un’opera simile ai i miei quadri. Mettere insieme gli elementi, spostarli, ingrandirli e cambiarne il colore con il semplice uso di una speciale tastiera/telecomando.
Anche con Colorplayer il coinvolgimento delle persone é fondamentale per la compiutezza dell’opera e per la sua fruizione. Lo spettatore può creare, in base ai diversi colori su cui posiziona questa specie di strumento/gioco, strani e divertenti pattern musicali ogni volta diversi.
IML: Nelle tue opere si nota spesso una certa giocosità, gli elementi e le logiche quasi ludiche di alcuni lavori interattivi portano il fruitore a sperimentare con l’arte e i nuovi media. Che potenziale vedi nell’arte interattiva come arte sociale anche nell’ambito dell’infanzia?
ArduinoSketches
E.C: Nell’arte interattiva lo spettatore non si limita ad osservare le opere, ma a esperirle e a comprenderle tramite l’interazione. Per questo penso che il suo potenziale sia quello di raggiungere un pubblico più ampio e di uscire dal cerchio ristretto dei luoghi deputati all’arte. All’interno di un museo o di una galleria siamo spesso invitati a tenerci alla giusta distanza dalle opere d’arte. Per un bambino, come forse per l’adulto, questa negazione può diventare una frustrazione. Il bambino vorrebbe toccare, annusare, giocare, interagire con l’opera.
L’arte interattiva si avvicina sia al mondo dei piccoli che a quello dei grandi e in alcuni casi può essere educativa e aiutare l’apprendimento.
IML: A che progetti stai lavorando ultimamente?
E.C: Sto lavorando su dei nuovi progetti, interattivi e non, che condividono tutti il tema del gioco e che verranno esposti in una piccola personale qui a Berlino a febbraio, dal titolo “Spielst du mit?”.
Esporró alcuni lavori di serigrafia, due installazioni interattive e alcuni pupazzi che fanno parte di una collezione che sto realizzando assieme alla mia cara amica e collega Silke de Vivo. Abbiamo appena creato una marca che si chiama “duedifiori”. Creiamo pupazzi, grafiche e oggetti di design e presto apriremo anche il nostro shop online.

Elisa Canducci é nata a Bologna nel 1975. Vive e lavora a Berlino con la sua famiglia: Bianca e Patrick.
Dopo gli studi di Accademia di Belle Arti a Bologna intraprende la sua carriera artistica esponendo i suoi lavori in Italia e all’estero.
Nel 2006 consegue il master in Interaction Design alla Domus Academy di Milano e l’anno seguente inizia un percorso parallelo a quello artistico nel campo del web e del graphic-design a Berlino. Attualmente lavora nel suo studio di serigrafia nel quale oltre eseguire lavori di grafica e illustrazione continua con la sua ricerca artistica.
